Gran Canaria: trekking, mare e musica jazz sull’isola continente

Sentieri fra le dune che portano all’oceano. Trekking nei canyon o nei crateri. Poi, il mare con le sue acque blu. E anche un festival jazz… Serve altro?

Ad accogliere il viaggiatore che per la prima volta arriva a Gran Canaria è il profumo dell’isola. Un misto di natura, spezie e salsedine che regala l’impressione di trovarsi in Africa e, allo stesso tempo, su un atollo tropicale.

Gran Canaria, continente in miniatura

La particolarità di questa destinazione è proprio qui: racchiudere in sé una grande varietà di paesaggi, tanto che molti la definiscono un continente in miniatura, dove canyon di terra rossa si alternano a foreste di conifere e le caldere dei vulcani si affacciano su spiagge infinite.

Se l’olfatto è il primo senso che si attiva, segue a poca distanza la vista, che si riempie dei colori via via che i panorami si svelano.

Tutti i colori di Gran Canaria

Il blu del mare, certo, ma anche il verde intenso che avvolge i sentieri che percorrono il nord, il rosso e il nero della terra arida nel cuore dell’isola, l’oro del deserto modellato dal vento a sud.

Trekking, natura e note jazz a Gran Canaria

I percorsi sono adatti a tutte le gambe e promettono scenari indimenticabili soprattutto in estate, quando la natura è al massimo dello splendore.

Tutto intorno, l’aria si fa frizzante sulle note del Festival del Jazz, in programma ogni estate nel mese di luglio.

A piedi intorno al vulcano di Bandama

Nel nord-est dell’isola, a soli 20 minuti di auto dalla capitale Las Palmas, la caldera di Bandama è un enorme cratere con un diametro di mille metri originato da un’esplosione vulcanica avvenuta migliaia di anni fa.

Con il fondo concavo coperto da boschi, i grandi depositi di cenere vulcanica e le ripide pareti rocciose, è uno dei luoghi più suggestivi per fare trekking.

Sul percorso di due chilometri, punteggiato da olivi selvatici e dal tajinaste, una piramide di piccoli fiori bianchi che può arrivare fino a tre metri di altezza, non è difficile avvistare aquile e gheppi che si stagliano nel blu del cielo.

“Tra i numerosi sentieri che si possono percorrere sull’isola, questo è il mio preferito”, racconta Adrián Ibáñez Rodríguez, nato a Las Palmas, per anni membro dell’associazione Avafes, impegnata nella salvaguardia della fauna selvatica delle Canarie.

“Si tratta di un luogo suggestivo: dall’alto regala l’emozione di stare sul ciglio di un vulcano, al centro ci si sente avvolti dalle alte pareti di roccia scura. In più la zona è circondata da vigneti: qui il terreno è fertile per produrre i vini vulcanico-minerali dell’arcipelago”.

Trekking dalla Cruz de Tejeda

Posta come una bandierina al centro dell’isola, la Cruz de Tejeda, una croce di pietra grigia, è il miglior punto di partenza per chi vuole fare trekking senza perdersi con l’auto su strade che, una curva dietro l’altra, si arrampicano sui monti.

Da qui si ammirano il Roque Bentayga, uno sperone di roccia nella caldera vulcanica di Tejeda, il Pozo de la Nieves, la montagna che raggiunge quasi 2.000 metri, e il Roque Nublo, il monolite di origine vulcanica simbolo di Gran Canaria.

Per ritrovarsi al suo cospetto si possono seguire diversi sentieri, dai più brevi e semplici ai più impegnativi. Il percorso di 12,5 chilometri che parte dalla croce richiede quattro ore di cammino, ma la ricompensa è arrivare su un altopiano dove ammirare tutto l’arcipelago.

Alla scoperta del Barranco de Guayadeque

Questo è anche il luogo migliore per osservare il curioso fenomeno del “mare di nuvole” che avvolge le cime degli alberi in una coltre bianco-latte.

Chi cerca panorami insoliti può trovarli poco distante, nel Barranco de Guayadeque, una gola lunga 15 chilometri che segue un itinerario tortuoso tra ripidi pendii ricoperti da cespugli e fichi d’India dove spuntano le numerose grotte naturali che un tempo erano rifugio degli indigeni preispanici e oggi sono diventate abitazioni e ristoranti.

Dalla fine della strada parte un sentiero di 7 chilometri che porta alla caldera vulcanica di Los Marteles.

Infine, per un’ultima immersione nel cuore della terra rossa, basta spostarsi al Barranco de las Vacas, un canyon con archi di roccia modellati dall’acqua.

Tappa a Maspalomas

Quando il vento soffia, la sabbia si sposta a onde sulle dune, creando disegni ipnotici. Succede nel piccolo deserto di Maspalomas, a sud dell’isola, dove l’oro dell’arena che brilla sotto il sole finisce nel blu dell’Atlantico.

Per esplorarlo ci sono percorsi segnalati che contribuiscono a conservarne la bellezza. “Il punto di osservazione migliore sulle dune si raggiunge passando attraverso il corridoio coperto dell’Hotel Riu su avenida de Tirajana, aperto anche a chi non alloggia in albergo”, consiglia Adrián.

“Vicino c’è uno stagno, una riserva naturale dove avvistare trampolieri, garzette e persino aquile pescatrici.

Trascorso il pomeriggio in spiaggia, a me piace concludere la giornata con una passeggiata a Puerto de Mogán, un borgo marinaro attraversato da stretti canali con case di calce bianca illuminate dal fucsia della bougainville”.

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