Si trova al largo di Tromsø, alle soglie del 70mo parallelo. I suoi 300 abitanti d’estate trascorrono oltre 2 mesi senza notte (e altrettanti, d’inverno, senza giorno). Da quello status geofisico ora si vuole far sorgere la prima time-free zone permanente al mondo.
Guardare l’ora ogni cinque minuti. Vivere di fretta. Mettere la sveglia sempre prima al mattino per non arrivare tardi. Non sarà troppo? Se lo sono chiesto gli abitanti di Sommarøy, antico villaggio di pescatori nel nord della Norvegia, un isolotto ricco di verde legato a terra da un lungo ponte. Qui i trecento abitanti che ci vivono hanno firmato all’unanimità una stravagante petizione, che punta a trasformare il loro paese nella prima “time-free zone” del mondo, il primo e unico posto dove non c’è l’ora, rivendicando il diritto di vivere per sempre senza tempo. E, in segno di liberazione dalla schiavitù delle lancette che corrono, hanno appeso i loro orologi al ponte che collega l’isola alla terraferma.
A supportare gli abitanti di Sommarøy, è anche madre natura però. Che in questo avamposto artico porta ogni anno d’estate le famose notti bianche, con oltre due mesi di luce piena per ventiquattr’ore al giorno, e altrettanto lunghi inverni senza alba, dove il buio è perenne. Perché non approfittarne quindi? Nei due mesi di sole senza tramonti, potrebbe capitare di vedere alle 2 di notte bambini che giocano a palla in strada, persone che cenano in giardino, ragazzi che fanno il bagno, o gente che lavora alle 5 del mattino in ufficio.
A guidare la campagna, chiamata Time-Free Zone Campaign, è Kjell Ove Hveding, che ha spiegato che questa svolta darà agli abitanti benessere e flessibilità: “in tutto il mondo le persone sono affette da stress e depressione. In molti casi ciò è dovuto alla sensazione di sentirsi intrappolati, e l’orologio è in parte responsabile. I bambini andranno sempre a scuola, ma in modo flessibile. La scuola e il posto di lavoro non devono diventare gabbie”.
Con il sostegno dell’ente del turismo dell’ente del turismo norvegese, Visit Norway, e di quello locale, il Northern Norway Tourist Board, gli abitanti puntano a eliminare gli orari fissi, anche per quanto riguarda la scuola e il lavoro (l’importante è superare i test e lavorare per conseguire i risultati stabiliti). In questo villaggio ognuno fa come preferisce, la vita scorre pacifica senza bisogno di scandire il tempo. La parola d’ordine, insomma, è libertà. I vantaggi del vivere senza tempo sono tanti: niente stress, niente fretta, ci si rilassa e si assecondano i propri ritmi
Una meta ideale per vivere una vacanza dai ritmi slow, staccando la spina da tutto, fretta compresa. A Sommarøy si arriva da Tromso, un percorso piacevole e suggestivo nella magnifica natura selvaggia scandinava. Seguendo una lunga strada panoramica, che attraversa Kvaloya, affiancando il litorale a pelo d’acqua, si raggiunge l’isoletta. Il villaggio dei pescatori è piccolo, abitato da una manciata di case colorate in legno, dal tetto spiovente e l’affaccio a due passi dal mare. Ci sono poche sistemazioni, per lo più b&b o piccoli hotel, ma molto accoglienti. Taverne, caffetterie e localini caratteristici non mancano. Ma l’intrattenimento che va per la maggiore è la natura, la vera protagonista. L’isoletta è anche facile da raggiungere per chi sceglie la crociera del battello postale, che fa tappa a Tromsø e offre ampie chance di tour individuali e organizzati, abbinati alla possibilità di utilizzare la nave come un servizio di linea: si scende per salire sul battello successivo, o in alternativa si abbandona la nave per riprendere la stessa più a nord o a sud, dopo aver percorso un tratto di terraferma – con isole collegate da ponti – con i propri mezzi.
La petizione per la Time-Free Zone sta aspettando il via libera definitivo del governo. Ma la campagna per la lotta al tempo sta riscuotendo un gran successo in Norvegia. Tanto che le due stesse regioni dell’estremo nord norvegese, il Finnmark e il Nordland, hanno espresso la volontà di aderire al progetto. Insomma, l’estremo nord del paese scandinavo potrebbe diventare la prima terra libera dal tempo.
articolo su repubblica.it